Un ricordo per il Papa Giovanni Paolo II
Ecce
Homo (ecco l'uomo) di Claudio Gibertini |
REGGIO EMILIA (3 apr. 2005) - Il Papa è morto. In queste sue ultime ore, i cattolici di tutto il mondo si sono strinti intorno alla loro guida, ed insieme a loro anche gli altri appartenenti alle confessioni cristiane ortodosse e protestanti, ebrei, musulmani e credenti di tutte le religioni del mondo. Religioni molto diverse tra loro, ma con le quali Giovanni Paolo II aveva instaurato un dialogo come mai prima nella storia del papato. Parlare di questo Papa è impresa veramente difficile, perché la sua grandezza è tale che qualunque commento al suo operato, al suo messaggio, alla sua umanità, alla sua fede, alla sua sofferenza, alla sua storia di uomo e di Papa risulterebbero estremamente riduttive. Si è spento serenamente nel suo letto un gigante della storia, un pontefice che non può essere paragonato a nessuno dei suoi predecessori, la cui grandezza sarà forse compresa appieno solo in una prospettiva storica. Karol Wojtyla è stato un uomo che ha saputo farsi vero strumento di Cristo fino all'ultimo istante della vita, che per lunghi anni ha vissuto nella propria carne le sofferenze e la passione di Cristo in croce, che non è mai stato frenato dalla prigione che era divenuto il suo corpo, ma soprattutto Karol Wojtyla è un uomo che è riuscito nel suo più grande intento: testimoniare Cristo. Parlare esaurientemente del suo lungo pontificato come delle sue opere, è impresa titanica, ma ogni cosa che ha fatto può essere sintetizzata con due parole: senza precedenti. E' stato infatti il primo Papa a venire da un Paese dell'Est, così come ad essere un non italiano ad occupare la cattedra di San Pietro dopo più di quattro secoli. E' stato il primo pontefice ex operaio ed ex attore, il primo vicario di Cristo ad essere stato seminarista in clandestinità (a causa dell'occupazione nazista della Polonia), il primo Papa dopo Simon Pietro a rimettere piede in una sinagoga, così come è stato il primo ad entrare in una moschea. A lui spettano tanti altri record, come quello di essere il Papa che ha beatificato il maggior numero Santi nella storia della Cristianità, dal 1588 infatti, anno in cui è nata la Congregazione per le Cause dei santi Giovanni Paolo II infatti ha elevato agli onori degli altari più persone rispetto a tutti i suoi predecessori messi insieme. A lui va anche il record di essere stato il più instancabile Papa-viaggiatore della storia, o 'atleta di Dio' com'è stato definito con i sui 104 viaggi apostolici infatti ha toccato ogni angolo della terra, visitando nazioni a maggioranza cristiana e non. Nazioni che in alcuni casi erano governate da uomini molto distanti dal suo messaggio di amore e di pace. Wojtyla è stato il primo vicario di Cristo a subire un attentato sotto gli occhi di tutto il mondo, a sopravvivere miracolosamente ad esso, e a perdonare il suo attentatore. E' stato il Papa dei poveri, degli abbandonati, dei sofferenti, dei malati, lui stesso gravemente malato ed afflitto da atroci sofferenze nel lungo declino del suo corpo terreno. E' stato un Papa pellegrino nella Gersusalemme afflitta da mezzo secolo di guerre e violenze, lui che è stato accolto ed acclamato da israeliani e palestinesi. E' stato il Papa del dialogo e dell'ecumenismo, il Papa che ha chiamato gli ebrei 'fratelli maggiori' e che ha chiesto il perdono per le persecuzioni perpetrate nella storia contro di loro. E' stato il Papa della vita, che ha sempre sostenuto essere il più grande dono di Dio all'uomo, e che difeso in ogni sua forma. E' stato il Papa dei giovani ha sempre cercato e guidato. E' stato il Papa della speranza, lui che ha sempre invitato il popolo di Dio a non aver paura. E' stato il Papa di Maria, lui che rimasto orfano a soli 9 anni scelse poi il suo motto vescovile 'Totus tuus' in onore della Vergine. Ma più di ogni altra cosa Giovanni Paolo II è stato il Papa che voluto testimoniare Gesù Cristo in ogni aspetto della sua esistenza, e che ci ha insegnato che la santità appartiene ad ogni uomo. Ci sarebbero tante altre cose da dire riguardo a questo Papa morente, a questo intellettuale con la forza e la tenacia di un guerriero, questo difensore dei diritti dell'uomo che ha al tempo stesso scosso gli animi e riportato la speranza. Quest'uomo felice che nell'imitazione di Gesù ha abbracciato la sua croce ed ha accettato le stigmate della sofferenza, trasformandole in uno strumento di testimonianza della passione di Cristo. 'Ecco l'uomo' dunque che sta per essere realizzato del suo desiderio più grande: incontrare Dio. Giovanni Paolo tu che con grande serenità ci lasci, hai saputo toccare i nostri cuori, un abbraccio forte, ci mancherai tanto. |