DIDATTICA DEL LATINO

 

·        FINO AL 1400

Il latino era indispensabile per accedere al sapere organizzato e per comunicare ai livelli alti della società: la lingua latina veniva insegnata non solo per leggere e comprendere i testi antichi, ma anche per scrivere e comunicare. La metodologia adottata per l’apprendimento del latino era molto vicina a quella che si usa oggi per le lingue straniere moderne: imparavano a memoria e analizzavano versetti della Bibbia, conversavano col maestro e fra di loro. (T. Herrle, Didattica della lingua latina, Roma 1964, pp. 14 segg.)

 

·        DAL 1400

Gli umanisti, nella lotta contro il latino imbarbarito del Medioevo, sulla scorta di Cicerone e di Quintiliano, ricostruirono il latino classico e stabilirono precise norme grammaticali e sintattiche. Pensavano di avere realizzato la rinascita della lingua latina, invece ne avevano decretato la morte. Il latino cessava di essere lingua viva e diventava una lingua morta, o meglio una lingua letteraria, anche se ancora per alcuni secoli continuerà la produzione letteraria in lingua latina. Lo studio grammaticale assume un’importanza decisiva, e ci si cura di fornire fin dall’inizio delle buone basi grammaticali; il metodo naturale, basato sull’imitazione e sull’uso, lascia il posto a quello grammaticale.

 

·        DAL 1700

 

Il cambiamento di prospettiva nella didattica del latino si consolida: si deve partire dalla grammatica e non dalla lingua viva, tanto più che il latino ormai ha cessato di essere lingua viva, dal momento che la produzione di opere si avvale ormai delle lingue nazionali. Di conseguenza, poiché il latino è morto e nessun popolo ormai lo parla, è necessario che esso sia appreso dai giovani e radicato in loro mediante precise regole desunte dai buoni autori classici.

Si afferma il modello di analisi del linguaggio centrato sull’analisi logica (C. Du Marsais, Exposition d’une méthode raisonnée pour apprendre la langue latine, Paris 1722.): il manuale di grammatica intende ora presentare un modello razionale della lingua, sulla scorta dell’analisi logica, che consente di stabilire un denominatore comune fra tutte le lingue e passa quindi, in modo razionale e deduttivo, da una lingua all’altra. Si parte dalla frase italiana, si fa l’analisi logica, si opera la trasposizione. Ad ogni casella del nostro sistema linguistico corrisponde una casella del sistema linguistico latino e quando la casella rimane vuota si ricorre a costrutti analogici. Il latino diventa la lingua logica per eccellenza.

 

·        NEL 1900

E’ chiaro, a questo punto, che non era più necessario conoscere il latino per avere accesso alle fonti del sapere (oggi semmai bisogna conoscere l’inglese). E’ sorto, pertanto, nel nostro secolo il problema di come giustificare la permanenza del latino nel curricolo scolastico. Si è parlato di valore formativo della lingua latina, si è celebrata la sua logicità, la sua capacità di quadrare la mente e di garantire uno straordinario sviluppo intellettuale. Il latino aveva il compito di selezionare i talenti, di affinare l’intelligenza e di creare il gusto. Si continuava ad imporre una didattica centrata sull’acquisizione della competenza attiva della lingua: l’esercizio principale era la versione in latino (nelle scuole) o la composizione (esami universitari e di concorso).

Ma questo sistema negli anni ’60 entra in crisi. Viene a mancare la convinzione circa l’importanza formativa del latino, che viene subito più che accettato dagli studenti. Intanto il latino viene estromesso in modo graduale dalla scuola media (con la legge n. 1859 del 31/12/1962 veniva eliminato in I media, rimaneva obbligatorio in II, diventava facoltativo in III; con la legge n. 348 del 16/6/1967 veniva eliminato del tutto); di conseguenza vengono modificati i programmi di insegnamento del latino nella quarta e quinta classe del ginnasio (DPR 9/9/78 n. 914) e nel triennio del liceo classico (DPR 31/9/1980 n. 316). Nel frattempo, era stata abolita la prova scritta di versione dall’italiano in latino (DPR 4/7/1969).

. Rimane nei licei e negli istituti magistrali, ma si pone il problema di individuare lo “statuto” del latino oggi, ossia quale contributo garantisce l’apprendimento del latino nella formazione di un giovane del XXI secolo.

 

·        NEL 2000

Prima di continuare il nostro discorso sulla didattica del latino, occorre fare una digressione sul progetto culturale nella scuola dell’autonomia: cosa insegnare ai ragazzi delle prossime generazioni.

Il tema della formazione sembra essere diventato in questo scorcio di secolo una questione decisiva per lo sviluppo di ogni Paese. Ripensare la scuola e la formazione diventa un passaggio obbligato di questo fine secolo. Per costruire una cultura per il cambiamento, dobbiamo anche confrontarci con le grandi tensioni del mondo contemporaneo. Ma come vivere il cambiamento senza voltare le spalle al proprio passato? Da una parte, occorre acquisire il senso della storia: riconoscere la dimensione storica del presente e insieme rendere contemporaneo il passato, senza smarrire la percezione della distanza e della diversità; dall’altra, c’è bisogno di una scuola che si apra al mondo, riuscendo a confrontarsi con i linguaggi audiovisivi e multimediali che fanno parte ormai della vita dei nostri ragazzi. In una scuola che non vuole essere specialistica ma di larga formazione umana e culturale è necessario fornire un sapere che permetta di acquisire conoscenze, competenze, consapevolezza, responsabilità, un sapere abilitante che sappia destare anche interesse e passione.

Ritornando in argomento, per legittimare il mantenimento del latino in questo tipo di scuola, bisogna chiedersi quali disposizioni permanenti (conoscenze, abilità, competenze ecc.) tale studio sia in grado di promuovere nella formazione di un giovane del XXI secolo. Quali finalità si possono assegnare oggi  allo studio della lingua latina nella scuola secondaria superiore? La risposta più completa è stata data dalla Commissione Brocca (vedi foglio allegato: “L’insegnamento di Latino rafforza e sviluppa”) e può essere condivisa e attuata anche da chi utilizza i vecchi programmi. Le finalità si possono sintetizzare in tre grandi ambiti:

·         AMBITO STORICO-CULTURALE.

Lo studio della lingua e della civiltà latina permette di ampliare l’orizzonte storico-culturale, di essere consapevoli delle radici della nostra civiltà, di cogliere l’unità culturale della civiltà europea, di capire e valutare il presente alla luce del passato.

·         AMBITO DELL’EDUCAZIONE LINGUISTICA.

Lo studio linguistico del latino permette di comprendere e tradurre testi antichi, di acquisire il dominio del linguaggio, soprattutto di quello intellettuale.

·         AMBITO DELL’EDUCAZIONE LETTERARIA.

Lo studio del latino permette di accedere al patrimonio letterario in lingua latina e di cogliere le strutture fondamentali delle forme della comunicazione letteraria tuttora presenti nella nostra cultura.

Ma ancora non ci siamo. Infatti, alcune di queste finalità potrebbero essere raggiunte senza conoscere una parola di latino. Vanno, allora, individuate finalità particolarmente significative, raggiungibili attraverso lo studio del latino. La Commissione Brocca  indica queste finalità (vedi foglio allegato: “Riferimenti generali”), che si possono così sintetizzare:

·        Il latino dà un contributo certo e rilevante all’educazione linguistica, permettendo di acquisire strumenti concettuali e abilità specifiche per uno studio sistematico delle strutture sintattiche, morfologiche e lessicali di altre lingue, prima fra tutte l’italiano.

·        Il latino dà un contributo certo e rilevante al dominio dei linguaggi settoriali, di quei linguaggi cioè che trasmettono il sapere organizzato, dal momento che per secoli ha costituito per tutta l’Europa il veicolo esclusivo della cultura filosofica e scientifica.

In effetti qualsiasi linguaggio settoriale, anche quello relativo alle discipline più “nuove”, come l’informatica, è profondamente permeato di latino. Oggi il latino non è più usato per veicolare il sapere, tale compito è svolto attualmente  dall’inglese; ma l’inglese è un prezioso strumento di comunicazione, mentre il latino costituisce un formidabile strumento culturale e può essere a buon diritto definito lingua della cultura occidentale: una sufficiente conoscenza del latino risulta propedeutica e funzionale alla comprensione di ogni discorso di carattere speculativo-epistemologico.

Stabilito uno statuto credibile, è ora necessario tradurre le finalità in obiettivi, cioè in percorsi operativi che consentano all’alunno di possedere abilità e competenze. Si tratta di un compito completamente nuovo, di una vera e propria rivoluzione rispetto alla didattica consolidata da 1500 anni di storia, che è centrata sulla competenza attiva, si propone cioè di insegnare agli alunni a produrre nuovo latino e fornisce di conseguenza una serie di regole. La nuova grammatica non deve fornire regole per tradurre dall’italiano in latino, ma deve descrivere le principali strutture morfologiche, sintattiche e stilistiche e indicare come renderle in italiano, attraverso un sistematico confronto fra le due lingue. Si deve dunque passare da una grammatica normativa ad una grammatica descrittiva e contrastiva. Alla luce di questo, due sono gli obiettivi:

1.     Strumentale: possedere le nozioni di morfologia, di sintassi e di lessico sufficienti per comprendere e tradurre un testo latino;

2.       Linguistico : possedere strumenti concettuali e abilità specifiche per l’analisi di un sistema linguistico.

 

BIBLIOGRAFIA

·         CUPAIUOLO F.,   Bibliografia della lingua latina, Napoli 1993 (repertorio bibliografico)

·         BOWEN J.,  Storia dell’educazione occidentale, Mondadori, Milano 1979

·         MURRU F.-PRESSOLANO G.,   Alla scoperta della didattica del latino nel Settecento e nell’Ottocento, “Nuova Rivista Pedagogica”, Roma 1980

·         LANA I., Il latino nella scuola secondaria, La Scuola, Brescia 1990

·         TITONE  R.-COCCIA G., Insegnare il latino oggi, Armando, Roma 1992   

·        IL LATINO E L’INFORMATICA

 La didattica del latino oggi si avvale del computer: utilizzando un programma di videoscrittura è possibile produrre un nuovo testo, integrarlo, modificarlo, aggiornarlo. Il docente  può crearsi un archivio personale, con schemi di lezione, testi per compiti in classe, test per le prove di verifica. Inoltre, al tradizionale strumento di studio (il libro di testo) si può affiancare l’ipertesto che consente di arricchire le conoscenze. Basta “cliccare” su alcune parole chiavi per accedere  ad ulteriori informazioni. E’, insomma, indispensabile che i docenti possano accedere a internet per avere a disposizione dati e informazioni su qualsiasi argomento. Diamo alcune indicazioni bibliografiche su alcuni siti che interessano il docente di latino:

·        http://www.virgilio.it

·        http://www.arianna.it

·        http://www.economia.unibo.it/dipartim/stoant/rassegna1/intro.html

·        http//www.scuolaitalia.com

·        http//www.cisi.unito.it/arachne/num1/lana.html


P R O G R A M M I  T R A DI Z I O N A L I

 

LICEO CLASSICO (DPR 9/9/1978 n. 914: ginnasio e DPR 31/9/1980 n. 316 per il liceo)

IV GINNASIO

V GINNASIO

I LICEO

II LICEO

III LICEO

Studio della lingua: graduale conoscenza delle strutture morfo-sintattiche e loro si-stemazione.

Lettura di testi scelti opportunamente.

Studio della lingua: completamento e si- stemazione dello stu-dio della morfologia e della sintassi.

Lettura di un’anto-logia di prosatori prevalentemente sto-rici.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dalle o- rigini alla fine della età arcaica.

Antologia: Virgilio,  Cesare (o Sallustio), Cicerone: un’orazio-ne o lettere.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età di Cesare all’età di Augusto.

Antologia:Lucrezio, Catullo,Orazio,Cice-rone:scritti filosofici (o Livio)

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età di Tiberio al V sec. dopo Cristo.

Antologia: Tacito,  Seneca,Plauto (o Te-renzio).

 

 

 

 

LICEO SCIENTI FICO (O.M. 20/3/1967)

I

II

III

IV

V

Studio della lingua: Morfologia. Nozioni elementari di sintassi. Lettura di passi pro-gressivamente ade-guati.

Studio della lingua: Sintassi dei casi.

Lettura di passi pro-gressivamente ade-guati

Studio della lingua: Sintassi del verbo e del periodo.

Letteratura:dalle o- rigini alla fine della età arcaica.

Antologia: Cesare, Catullo, Ovidio.

Letteratura:dall’età di Cesare all’età di Augusto.

Antologia: Virgilio, Orazio,Sallustio,  Li-vio, Tacito, Seneca.

Letteratura:dall’età di Tiberio al V sec. dopo Cristo.

Antologia:Cicerone, Lucrezio.

 

 

 

 

ISTITUTO MAGISTRALE (O.M. 20/3/1967)

I

II

III

IV

Studio della lingua: Morfologia. Nozioni elementari di sintassi. Lettura di passi pro-gressivamente ade-guati

Studio della lingua: Sintassi dei casi.

Lettura di passi pro-gressivamente ade-guati

Studio della lingua: Sintassi del verbo e del periodo.

Letteratura:dalle o- rigini all’età di Ce-sare.

Antologia: Cesare, Virgilio.

Dall’età di Augusto al V secolo dopo Cristo.

Antologia:Cicerone, Orazio, Quintiliano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

P R O G R A M M I    B R O C C A

 

INDIRIZZO CLASSICO

BIENNIO

III

IV

V

Studio della lingua:

·         Fonetica e prosodia;

·         Morfosintassi;

·         Studio del lessico.

Antologia:

Cesare, Cornelio Nepote, Sallustio, Svetonio, Cicerone, Apuleio, i Vangeli, le Vite dei Santi.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-so la lettura dei testi.

Letteratura: dalle o- rigini all’età repub-blicana.

Antologia: Cicerone, Lucrezio, antologia di autori(Plauto, Teren-

zio, Catullo,  Cesare, Sallustio, ecc.)

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età di Augusto al periodo di Traiano.

Antologia: Virgilio, Orazio, Livio, antolo-gia di autori(Tibullo, Properzio, Ovidio, ecc.).

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età degli Antonini alla tarda latinità.

Antologia: Seneca, Tacito, antologia di autori pagani e cri-stiani.

 

INDIRIZZO SCIENTI FICO

BIENNIO

III

IV

V

Studio della lingua:

·         Fonetica e prosodia;

·         Morfosintassi;

·         Studio del lessico.

Antologia:

Cesare, Cornelio Nepote, Sallustio, Svetonio, Cicerone, Apuleio, i Vangeli, le Vite dei Santi.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-so la lettura dei testi.

Letteratura: dalle o- rigini all’età repub-blicana.

Antologia: Cicerone, Lucrezio, antologia di autori(Plauto, Teren-

zio, Catullo,  Cesare, Sallustio, ecc.)

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età di Augusto al periodo di Traiano.

Antologia: Virgilio, Orazio, antologia di autori(Tibullo, Properzio, Ovidio, ecc.).

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età degli Antonini alla tarda latinità.

Antologia: Seneca, Tacito, antologia di autori pagani e cri-stiani.

 

INDIRIZZO SOCIO-PSICO-PEDAGOGICO

BIENNIO

III

IV

V

Studio della lingua:

·         Fonetica e prosodia;

·         Morfosintassi;

·         Studio del lessico.

Antologia:

Cesare, Cornelio Nepote, Sallustio, Svetonio, Cicerone, Apuleio, i Vangeli, le Vite dei Santi.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraverso la lettura dei testi.

Letteratura: dalle o- rigini all’età repub-blicana.

Antologia: antologia di autori(Plauto,Teren- 

zio), Cicerone, Plinio il Giovane.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età di Augusto al periodo di Traiano.

Antologia: antologia di autori (Catullo,Vir-gilio, Orazio, Sallustio Livio, Tacito).

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età degli Antonini alla tarda latinità.

Antologia:Lucrezio, antologia di autori (Cicerone, Quintiliano, Seneca).

 

 

 

 

 

 

 

INDIRIZZO LINGUISTICO

BIENNIO

III

IV

V

Studio della lingua:

·         Fonetica e prosodia;

·         Morfosintassi;

·         Studio del lessico.

Antologia:

Cesare, Cornelio Nepote, Sallustio, Svetonio, Cicerone, Apuleio, i Vangeli, le Vite dei Santi.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-so la lettura dei testi.

Letteratura: dalle o- rigini all’età repub-blicana.

Antologia: antologia di autori (Plauto,Terenzio), Cicerone, Plinio il Giovane.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età di Augusto al periodo di Traiano.

Antologia: Catullo,     Sallustio,Virgilio,Ora-  zio, Livio, Tacito.

Studio della lingua:

integrazione e appro-fondimento attraver-sola lettura dei testi.

Letteratura:dall’età degli Antonini alla tarda latinità.

Antologia:Lucrezio. Seneca, , antologia di autori pagani e cri-stiani.