100 domande
sul pianeta Terra |
Epicentro ed ipocentro |
![]() All'interno della Terra agisce continuamente un meccanismo di alterazione di equilibri tettonici e di reazioni per il ripristino dell'equilibrio. Le spinte tettoniche liberano energia che si propaga in forma di onde sismiche, cioè onde elastiche che si muovono attraverso la crosta, il mantello e il nucleo. Queste onde possono vincere la forza che tiene assieme le rocce degli strati, provocando deformazioni elastiche degli strati rocciosi da cui deriva l'energia delle oscillazioni. Dall'ipocentro si propagano onde sferiche (onde di volume) che raggiungono la superficie e arrivano con la massima energia all'epicentro. Da qui si diffondono come onde superficiali, con scosse ondulatorie (in senso orizzontale) e sussultorie (oscillazioni in senso verticale). Quando le scosse sismiche interessano i fondi marini abbiamo i maremoti. Ma esistono anche movimenti sismici semplicemente dovuti ai movimenti del magma o alle eruzioni vulcaniche. Solitamente hanno entità piuttosto lieve e restano legati a fenomeni tettonici. Sul nostro pianeta i terremoti sono molto frequenti: fin dalla nascita della Terra, se ne possono contare circa 3.000 al giorno. Fortunatamente l'ipocentro è spesso molto profondo - fino a 700 km. - e solo i sismografi avvertono i quasi impercettibili smottamenti del suolo. I più disastrosi terremoti si verificano invece quando l'ipocentro è molto vicino alla superficie. Le regioni più a rischio sono dette fasce sismiche e si trovano ai margini delle zolle tettoniche, generalmente in corrispondenza di grandi catene montuose e della cintura circumpacifica. Per misurare l'intensità dei sismi si utilizzano la scala Richter e la scala Mercalli. La prima valuta la quantità di energia liberata, la seconda l'entità dei danni in superficie. |
Copyright (C) 2000 Linguaggio Globale - Zopper di Antonio Zoppetti - Opera tratta dal cd-rom Conoscere il pianeta Terra, Linguaggio Globale, (C) 1998.
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