LE PAROLE DETTE DAL PAPA BENEDETTO XVI IERI 23 NOV.2008 CHE FANNO PROFONDAMENTE MEDITARE
Se ciascuno pensa solo ai propri interessi il mondo non può che andare in rovina: così il Papa nell’odierna Solennità di Gesù Cristo Re dell’universo◊ Il Signore non sa che farsene di forme
ipocrite di devozione se si trascurano i suoi comandamenti: sono parole del Papa
che all’Angelus ha ricordato la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re
dell’universo celebrata oggi, commentando la parabola del giudizio finale.
Dopo la preghiera mariana, ha poi ricordato la particolare beatificazione di 188
martiri che avverrà domani in Giappone, la terribile carestia che colpì
l’Ucraina 75 anni fa e poi l’anniversario del programma polacco della radio
vaticana, che festeggia domani 70 anni di trasmissioni. Il servizio di Fausta
Speranza
“La verità sul nostro destino ultimo e sul criterio con cui saremo
valutati”: è questo -spiega il Papa – il messaggio del vangelo di oggi e di
quella che definisce la “stupenda parabola del giudizio finale”. Ne ricorda
qualche parola per poi sottolinearne l’importanza:
“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete
dato da bere, ero straniero e mi avete accolto… (Mt 25,35) e così via. Chi
non conosce questa pagina? Fa parte della nostra civiltà. Ha segnato la storia
dei popoli di cultura cristiana: la gerarchia di valori, le istituzioni, le
molteplici opere benefiche e sociali.”
Il regno di Dio, come diceva Gesù non è di questo mondo e infatti Gesù
rifiutò il titolo di re quando si intendeva in senso politico, ma –
sottolinea Benedetto XVI – il regno di Dio “porta a compimento tutto il bene
che, grazie a Dio, esiste nell’uomo e nella storia”. E il Papa fa una
raccomandazione precisa:
“Se mettiamo in pratica l’amore per il nostro prossimo, secondo il
messaggio evangelico, allora facciamo spazio alla signoria di Dio, e il suo
regno si realizza in mezzo a noi. Se invece ciascuno pensa solo ai propri
interessi, il mondo non può che andare in rovina.”
E il Papa ricorda che “il regno di Dio non è una questione di onori e di
apparenze, ma, come scrive San Paolo, è giustizia, pace e gioia nello Spirito
Santo”. Un insegnamento chiaro e forte cui il Papa aggiunge altre forti
considerazioni: “Al Signore sta a cuore il nostro bene, cioè che ogni uomo
abbia la vita”, - dice – che specialmente i suoi figli più piccoli possano
accedere al banchetto che Lui ha preparato per tutti”. E il Papa poi spiega:
“Perciò, non sa che farsene di quelle forme ipocrite di chi dice
“Signore, Signore” e poi trascura i suoi comandamenti (cfr Mt 7,21). Nel suo
regno eterno, Dio accoglie quanti si sforzano giorno per giorno di mettere in
pratica la sua parola.”
Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ha ricordato due momenti
particolarmente significativi per la vita della Chiesa:
“Domani, in Giappone, nella città di Nagasaki, avrà luogo la
beatificazione di 188 martiri, tutti giapponesi, uomini e donne, uccisi nella
prima parte del XVII secolo. In questa circostanza, così significativa per la
comunità cattolica e per tutto il Paese del Sol Levante, assicuro la mia
spirituale vicinanza. Sabato prossimo, inoltre, a Cuba sarà proclamato beato
Fratel José Olallo Valdés, dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio.
Alla sua celeste protezione affido il popolo cubano, specialmente i malati e gli
operatori sanitari.”
Tra i saluti in varie lingue, un pensiero particolare ai pellegrini ucraini,
ricordando che ricorre in questi giorni il 75esimo anniversario della grande
carestia che negli anni 1932-33 causò milioni di morti in Ucraina e in altre
regioni dell’Unione sovietica durante il regime comunista. Il Papa assicura la
sua preghiera per le vittime auspicando vivamente che “nessun ordinamento
politico possa più, in nome di un’ideologia, negare i diritti della persona
umana e la sua libertà e dignità” e invitando le nazioni a “procedere
sulle vie della riconciliazione e a costruire il presente e il futuro nel
rispetto reciproco e nella ricerca sincera della pace”.
C’è poi il saluto alla sezione polacca della Radio Vaticana che celebra
domani il 70esimo anniversario della sua attività. Il papa esprime il suo
grazie ai redattori per il loro generoso lavoro. Infine, un cordiale saluto ai
pellegrini di lingua italiana, in particolare ai dirigenti e ai cantori
dell’Associazione Italiana Santa Cecilia, che ha tenuto il suo convegno, con
uno speciale concerto, presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura, e un
saluto anche alle due associazioni OARI e AVULSS, impegnate nel volontariato
accanto ai malati e ai sofferenti, come pure i fedeli provenienti da Marsico
Nuovo, Reggio Calabria, Avola, Priolo e Vallelunga. Per tutti, l’augurio del
Papa per una buona domenica.