DIRITTI DEI
MALATI CALPESTATI IN SARDEGNA
13/01/2006 10.00
italia
diritti calpestati
L'episodio delle lunghe attese per i pazienti sardi (art. sull'Unione del
9.1.2006) è uno dei, purtroppo tanti, brillanti risultati conseguiti
dall’atavica politica di destinazione delle risorse pubbliche in Sardegna.
Prima di sperperare i soldi per la ristrutturazione di centri storici disabitati
(adibiti spesso a seconda abitazione), in costosissime feste (finanziate da
consorzi pubblici), o in gite in ogni dove (da Praga ai parchi di divertimento
acquatici), bisognerebbe operare per soddisfare i più elementari diritti dei
cittadini, tra i quali rientra, certamente, quello alla salute. Non è un
problema di mancanza di risorse, come taluno tenta di far credere, ma la logica
conseguenza di una politica di "frumentationes", dove le azioni
politiche (da tutte le parti esse provengano) sono tese ad assicurare, non il
benessere della collettività, ma il privilegio degli amministratori che le
pongono in essere. Il livello del servizio sanitario sardo, non è assolutamente
accettabile, e questo lo percepisce ancora più chiaramente chi, come me, vive
da ventitre anni in Lombardia, e trascorre tutto il suo tempo libero in
Sardegna. Non riesco a comprendere come possa una terra, che assurge ad
altissimi livelli culturali (l’Unione Sarda è stato il primo giornale on-line
in Italia e forse in Europa, le TV sarde sul satellite sono all’avanguardia ed
i dizionari della lingua Sarda sono numerosissimi), essersi dotata di una classe
dirigente così insensibile ed incapace. Auguro alla signora di Carbonia, ed a
tutti coloro che versano nelle sue stesse condizioni, di risolvere i propri
problemi di salute. Ringrazio per l'ospitalità e porgo distinti saluti.
(art. su attese per radioterapia del 9.1.2006)
Inviata da: Tatti Massimo