Mar Gregorios Ibrahim
Metropolita ortodosso, Chiesa sira
In occasione della
ricorrenza del venticinquesimo anno dall’elevazione al soglio pontificio del
Papa Giovanni Paolo II, i cristiani di tutte le confessioni, devono
riflettere sulla posizione di questa rara personalità ecclesiale, che ha
giocato un ruolo importante non solo nel cammino della chiesa cattolica, né
solo nella vita delle chiese cristiane, ma, da una parte, nelle relazioni
tra il cristianesimo e le altre religioni, dall’altra tra la chiesa e il
mondo. Ho incontrato Sua Santità di persona numerose volte, e in diverse
occasioni con la comunità di sant’Egidio; ho percepito come Sua Santità
valuti il suo ruolo di guida nell’annodare relazioni tra i cristiani e le
altre religioni.
L’Incontro di Assisi del
1986 resterà uno degli eventi storici del ventesimo secolo. Il Papa
Giovanni Paolo II in persona ha trascorso un’intera giornata con i leader e
i rappresentanti delle religioni provenienti da tutte le parti del mondo,
nella città di San Francesco d’Assisi. E il mondo aspetta i risultati di
questo incontro tra religioni. Il papa ha invitato, in quel giorno
memorabile, ad una tregua in tutto il mondo e le guerre si sono arrestate
in risposta al suo appello; la tregua ha così preso luogo tra i dialoganti.
Non è quest’intuizione l’inizio della pace sospirata tra le nazioni e i
popoli che si combattono all’ultimo sangue ?
La città di San Francesco
ha conosciuto in quel giorno ore di riflessione e preghiera per la pace.
Questo e’ un miracolo che e’ stato possibile nelle menti dei credenti per
grazia divina. Il Papa si impegna affinchè dalle guerre si giunga alla
pace. Io vengo da una regione che ha vissuto guerre diverse: la guerra
araba-israeliana che ha prosciugato la forza degli appartenenti alle fedi
(credenti) e alla religioni in questa regione e ha influito molto sulla
presenza dei cristiani, provocandone una diminuzione graduale in modo
allarmante, e alleggerendone il peso fino a un punto indescrivibile. La
loro testimonianza è rimasta una ferita, poiché sono divenuti “ come una
canna spezzata...un lucignolo fumigante” (Mt 12, 20). Un’altra guerra è
stata quella tra Iran e Iraq, che ha lasciato tracce negative sull’uomo in
generale e in particolare sui cristiani.
L’Iraq un paese tra due
fiumi in cui il cristianesimo è vissuto in periodi di tempo diversi, la
Persia da cui il cristianesimo si è diffuso verso l’India e la Cina e altri
paesi dell’Asia, iniziano a piangere e a lamentarsi come dice la Bibbia:
“Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande, Rachele
piange i suoi figli, e non vuole essere consolata, perchè non sono più”.
(Mt 2, 18). E così la situazione della guerra del Golfo. Dopo l’11
settembre e dopo la distruzione dell’Iraq, questo paese grande, che ha
formato un ferita nella storia.
Tutte queste guerre che
abbiamo vissuto in questa regione invitano ad elevare una voce che grida
nel deserto implorando il mondo in favore della pace annunciando che le
guerre portano alla rovina dell’umanità e alla devastazione della civiltà,
all’uccisione dell’uomo, poiché esse sono opera di Satana e non c’è
relazione con il Dio Altissimo e Onnipotente Celeste e l’ordine di compiere
guerre devastatrici. Il Papa Giovanni Paolo II si è permesso di gridare a
tutte le religioni che hanno fede nel potere divino di combattere la
corruzione e ha alzato la voce contro la guerra nelle sue varie sue forme.
Tornando al discorso sul
Papa e sul suo ruolo dall’elevazione al soglio pontificio, voglio portarvi
al mio paese, la Siria, dove vivo, per raccontarvi, in maniera breve,
dell’effetto della Sua visita storica in tra il 5 e l’8 maggio 2001. Quando
ha messo piede sul suolo dell’aeroporto di Damasco, il Presidente siriano
Bashar Al-Assad si è rivolto a lui così: “Voi che fate visita in Siria,
mettete piede sulla terra della storia, il paese che ha accolto le prime
civiltà del mondo ed è stato uno tra i fari della conoscenza che ha dato
luce all’umanità nell’arco di molti secoli. Il Papa ha risposto
dicendo:“Penso anche alla grande influenza culturale dell'Islam siriano,
che sotto la guida dei Califfi Omayyadi raggiunse le coste più lontane del
Mediterraneo. Oggi, in un mondo sempre più complesso e interdipendente, è
necessario un nuovo spirito di dialogo e di cooperazione fra cristiani e
musulmani. Insieme riconosciamo il Dio unico e indivisibile, il Creatore di
tutto ciò che esiste. Insieme dobbiamo proclamare al mondo che il nome
dell'unico Dio è «un nome di pace e un imperativo di pace». Mentre la
parola «pace» echeggia nel nostro cuore, come possiamo non pensare alle
tensioni e ai conflitti che da tempo affliggono la regione del Medio Oriente?
Spesso sono sorte speranze di pace solo per poi essere distrutte da nuove
ondate di violenza!
Durante questa visita la
Siria si è soffermata su dimensioni diverse, tra cui:
il tema di una pace
giusta e universale che deve comprendere tutta la regione. Sua Santità
quando parla ha in mente i vari conflitti che ha vissuto la regione del
Medio Oriente.
Poi l’incontro
cristiano-cristiano, quando Sua Santità è stata accolta dal Patriarcato di
Antiochia, nelle sue due ali: quella Siro-ortodossa e quella greco-ortodossa,
come l’autorità cristiana che tiene alta la bandiera dell’amore e della
pace a tutti i luoghi da lui visitati, incontrandovi la gente di tutte le
religioni e confessioni.
La terza dimensione:
l’incontro islamo-cristiano sul suolo di Damasco e la sua visita alla
moschea Omayyade hanno avuto un significato speciale. Il Papa ha espresso
la sua impressione su questa visita dicendo: “sono profondamente commosso
per il fatto di poter essere vostro ospite nella Grande Moschea degli
Omayyadi, tanto ricca di storia religiosa.” Quando si è parlato della
moschea e della chiesa e del loro ruolo nella educazione dei giovani ha
detto:“ È nelle moschee e nelle chiese che le comunità musulmane e
cristiane forgiano la loro identità religiosa ed è lì che i giovani
ricevono una parte significativa della loro educazione religiosa. Quale
senso di identità viene instillato nei giovani cristiani e nei giovani
musulmani nelle nostre chiese e moschee? Auspico vivamente che i
responsabili religiosi e gli insegnanti musulmani e cristiani presentino le
nostre due grandi comunità religiose come comunità in un dialogo rispettoso
e mai più come comunità in conflitto. È importante che ai giovani vengano
insegnate le vie del rispetto e della comprensione, affinché non siano portati
ad abusare della religione stessa per promuovere o giustificare odio e
violenza.”
Il mio vedere come
ortodosso la posizione del Papa dopo 25 anni di servizio profetico, mi ha
reso testimone oggi davanti a voi che la personalità di Giovanni Paolo
impreziosisce la serie dei pontefici romani mediante il suo storico ruolo.
Ha inoltre assicurato, nella chiesa cattolica, il Suo interesse per i
movimenti laicali e la sua attenzione per ogni nuovo movimento nella
chiesa, divenendo in questo modo uno stimolo per milioni di cattolici
legati profondamente alle loro chiese, impegnati nel loro servizio
portandone il vessillo di verità tra le diverse chiese e religioni. Questo
è forse un punto positivo che rende la figura del Papa unica tra i suoi
predecessori.
In ambito ecumenico,
Giovanni Paolo II non si è risparmiato nell’essere uno strumento di
incoraggiamento per il cammino cha ha costituito una benedizione per le
chiese dalla metà del XX secolo. Ricordiamo a questo proposito la
costituzione del Consiglio Mondiale delle Chiese, il Concilio Vaticano II,
la costituzione di consigli delle chiese regionali e locali. Con altre
iniziative importanti e di incoraggiamento ha, contribuito a rimuovere gli
ostacoli tra le chiese dopo molti secoli di divisione. Ma tutto ciò ha
bisogno di uomini che sostengano il cammino storico verso l’avvicinamento
reciproco e che siano pronti totalmente all’unità di fede tra le chiese. Il
Papa Giovanni Paolo II è stato uno di queste personalità importanti, in
tutte le chiese cristiane, che ha spinto in avanti la ruota del movimento
ecumenico.
La sua enciclica: UT UNUM
SINT, rende testimonianza del suo ruolo attivo nel cammino ecumenico. E’
necessario che le chiese, e noi stessi, all’inizio del terzo millennio,
ascoltiamo il suo invito ricorrente ad fare come nostra caratteristica
distintiva l’allontanamento delle divisioni tra i cristiani e ad unire i
cuori.
Riguardo alla relazioni
tra le religioni: questa è un’altra porta che il Papa Giovanni Paolo II ha
spalancato. L’incontro di Assisi I, nel’86; gli incontri organizzati ogni
anno dalla comunità di Sant’Egidio e l’incontro di Assisi II nel 2001,
tutti questi incontri hanno invitato il mondo a pregare e a lavorare per la
pace, poiché la pace è la chiave della giustizia in tutte le società. L’influenza
del pensiero del Papa rimane in questi incontri la cosa più importante,
poiché è guida di tutti gli altri pensieri che hanno dato risultati
nell’attuazione della pace voluta da Gesú e dal mondo.
Mi permetto di
congratularmi con la chiesa cattolica per il Papa Giovanni Paolo II e
auguro a Sua Santità lunga vita, per continuare il cammino di servizio e
dono.
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