DAL CORRIERE DELLA SERA
IMPORTANTISSIMO INTERVENTO DEL PROCURATORE AGGIUNTO DI PALERMO SULLA MAFIA E SUGLI IMPRENDITORI COLLUSI
Caro direttore, mentre il mondo politico, tranne poche eccezioni,
continua troppo spesso a predicare bene e a razzolare male, persistendo nel
selezionare in postazioni strategiche delle istituzioni e dei centri di spesa
pubblica personaggi condannati per corruzione e inquisiti per mafia, la
Confindustria lancia — tramite suoi autorevoli vertici — importanti segnali
in controtendenza, chiarendo che la sanguisuga mafiosa non è solo quella delle
coppole storte che impongono il pizzo di qualche migliaio di euro.
Roberto Scarpinato (Ansa)
La sanguisuga è anche quella di tanti
colletti bianchi che in questi anni hanno impedito il libero mercato e
una reale democrazia economica, utilizzando a proprio vantaggio metodi e
capitali mafiosi per conquistare posizioni di indebita supremazia in danno di
imprenditori onesti. Si tratta di un elenco di centinaia e centinaia di
imprenditori, alcuni dei quali hanno pure ricoperto in passato ruoli di vertice
in diverse articolazioni dell'associazione degli industriali, che, sebbene
condannati per mafia o per altri gravi reati, sino ad oggi non sono mai stati
emarginati, continuando a svolgere spesso ruoli di inquinante protagonismo e
vanificando così nel tempo lo sforzo della magistratura e delle Forze di
Polizia.
L'impegno del presidente della Confindustria
nazionale a espellere non solo gli imprenditori che si rassegnano a
pagare il pizzo, ma anche i tanti imprenditori a vario titolo collusi con la
mafia, nonché la denuncia con la quale il presidente della Confindustria di
Caltanissetta ha esternato alla pubblica opinione come alcuni recenti episodi di
intimidazioni siano riconducibili non agli uomini del racket ma a «menti
raffinate», punta avanzata di un mondo impegnato a sabotare dall'interno
processi di rinnovamento che potrebbero compromettere gli interessi di chi «...
ha saputo solo arraffare i finanziamenti pubblici e... non ha voluto che
servissero per dare effettivo sviluppo economico », dimostrano come si stiano
rompendo equilibri consolidati che, in passato, avevano condannato
all'immobilismo il mondo imprenditoriale e ad una solitudine perdente i
pochissimi che avevano osato rompere le righe di una trasversale omertà
culturale.
Comprendere che ciò che combattiamo fuori di
noi è anche tra noi, e che se non si inizia a fare pulizia in casa
propria l'economia legale sarà sempre perdente dinanzi a quella illegale, è il
primo ineludibile passo per liberare il Sud dalla zavorra mafiosa e per
garantire che le risorse destinate allo sviluppo non finiscano, oggi come ieri,
nelle tasche dei soliti noti.
Non resta da sperare che l'importante esempio offerto da alcune autorevoli
componenti del mondo dei produttori diventi sforzo corale e serva da stimolo per
innescare finalmente anche nel mondo politico un'analoga imprescindibile
operazione di pulizia interna, che non può essere surrogata da meri esorcismi
verbali non seguiti da comportamenti coerenti, né supplita dall'impegno di
tanti nelle istituzioni e nella società civile.
Roberto Scarpinato
(Procuratore aggiunto della Repubblica a Palermo coordinatore del Dipartimento
«mafia e economia»)
28 novembre 2007