Escursione al Parco naturale dei Monti Nebrodi 

 

                                                                          Greco Antonello

         

 

     I Nebrodi appartengono alla catena montuosa che si estende, da Est ad Ovest, nella Sicilia settentrionale tra Capo Peloro ed il fiume Torto cui fanno parte anche i Peloritani, posti più ad Oriente e le Madonie.

     Tale catena montuosa, che, in alcuni punti, raggiunge quasi 2000 m., è, in parte, ancora ricoperta da vegetazione naturale, pur essendo sottoposta allo sfruttamento da parte dell’uomo, il quale vi ha impiantato, fino alla quota di 1000 m., colture ed ha sottoposto estese superfici al pascolo. I Nebrodi, in particolare, possiedono i boschi più estesi e visitandoli si nota il contrasto di vegetazione con il resto del territorio dell’isola.

     Il Parco naturale dei Nebrodi si estende altitudinalmente da 100 a 1847 m., fascia che rientra nell’area di vocazione forestale. La vegetazione, chiaramente, varia secondo i diversi livelli altitudinali. Salendo verso quote sempre più elevate, abbiamo attraversato i piani del Quercion ilicis, del Quercetalia pubescentis e del Fagetalia sylvatica.

     Durante la nostra escursione, abbiamo osservato, tra Bronte e Cesarò, esemplari di Leccio (Quercus ilex) arbustivo, posti tra spuntoni di roccia. Essi indicano che ci troviamo a livello del Quercion ilicis.

     Proseguendo, nei pressi di S. Teodoro, abbiamo osservato arbusti di Calicotome infesta e di Spartium junceum. Ci sono pure macchie di Rubus ulmifolius e Genista aetnensis. Salendo ancora, si possono osservare i primi boschi di Roverella (Quercus pubescens s.l.), indice del piano vegetazionale Quercetalia pubescentis. Alcune aree sono utilizzate a scopo agricolo; si possono osservare: noccioleti, oliveti, vigneti, campi di grano.

     La prima sosta è stata effettuata in località Portella Bufala, a circa 1200 metri s.l.m. Qui abbiamo osservato formazioni boschive di Cerro (Quercus cerris). Il tronco di questi alberi si presenta invaso da licheni, alcuni dei quali risultano frondosi. Nella stessa zona sono presenti: Rosa canina, Prunus spinosa, Crataegus monogyna (Biancospino, fam.Rosacea), Rubus ulmifolius, Ruscus aculeatus (Pungitopo, fam.Liliacea ), Daphne laureola, la quale è un indizio della transizione tra il piano del Leccio e quello della Roverella.

     Tra le piante erbacee vanno ricordate: Vulpia sicula (una Graminacea), Festuca rubra (una Graminacea), Asphodelus microcarpus (una Liliacea che cresce su substrati fortemente degradati e sottoposti al pascolo), Leontodon tuberosus(una Composita), Carex flacca serrulata, Plantago cupani, tipica dei sentieri calpestati e caratteristica dei Peloritani e dei Nebrodi, Prunella laciniata, Anthemis sphacelata, Lolium perenne (una Graminacea), Crocus longiflorus (un’Iridacea), Arrhenatherum elatius (una Graminacea), Brachypodium pinnatum (una Graminacea), Ranunculus bulbosus e Trifolium pratense (una Leguminosa).

     La seconda sosta è stata effettuata a livello della zona del Faggio, sul monte Soro, nei pressi della località Femmina morta a circa 1500 metri s.l.m.

     Abbiamo osservato una formazione boschiva a Faggio, un tempo sfruttata per ricavare legname. Si notano, infatti, molti fusti che hanno origine da uno stesso ceppo, testimonianza delle ferite subite nel passato dalla Faggeta. Oggi questa fa parte della Riserva naturale ed è protetta.

     Lungo la strada percorsa, abbiamo osservato varie piante erbacee, tra cui: Polystichum setiferum (una Pteridofita ), Geranium versicolor, tipico delle faggete, Tussilago farfara ( Composita che cresce abbondantemente sulle argille e negli ambienti acquitrinosi), Juncus articulatus, Barbarea bracteosa (una Crucifera), Cirsium vallis demonii, Composita tipica dei Nebrodi ed indice di zone destinate al pascolo.

     Più all’interno del Bosco abbiamo trovato: Luzula forsteri, Cyclamen hederifolium, Bellis perennis, Geranium robertianum, Potentilla micrantha (Rosacea tipica delle faggete), Galium scabrum (una Rubiacea).

     La vegetazione del sottobosco è rada nella Faggeta, anche perché il Faggio raggiunge in Sicilia il limite meridionale del suo areale.

     Nelle zone soggette a calpestio, abbiamo visto: Primula acaulis e Trifolium pratense semipurpureum, tipico delle radure sottoposte a pascolo.

     Nel pomeriggio ci siamo recati presso Piano Cicogna a 1500 metri s.l.m., presso un Bosco di Faggio. Qui abbiamo effettuato un rilevamento. I dati sono riportati nella tabella allegata.

     Sul margine della strada, tra le specie erbacee viste, ricordiamo: Geranium robertianum e Geranium lucidum oltre a Polystichum setiferum.

     Tra le specie arbustive annoveriamo: Ilex aquifolium ed Euphorbia amygdaloides, tipica del piano del Faggio.