Escursione presso l’Etna 

                                                             Greco Antonello

        Durante l’escursione effettuata il 22.10.99, abbiamo osservato la vegetazione caratteristica dei primi piani altitudinali, in particolare quella riferibile all’Oleo ceratonion e al Quercion ilicis.

     L’Oleo ceratonion si estende dal livello del mare fino a circa 400 metri.

     Il paesaggio naturale appare notevolmente modificato dall’uomo, dalle costruzioni e dalle colture. I pochi tratti di vegetazione naturale si possono osservare ai bordi dei campi coltivati, delle strade e delle città.

     Una delle specie vegetali arbustiva, indizio del piano Oleo ceratonion, è l’Euphorbia dendroides, di cui abbiamo avuto modo di osservare alcuni esemplari nei pressi del parco Gioeni.

     Salendo dalla parte di Nicolosi, abbiamo effettuato la prima sosta presso il boschetto di Mascalucia. Qui abbiamo potuto osservare specie caratteristiche del piano successivo all’Oleo ceratonion, quello del Quercion ilicis, detto così, perché rappresenta il piano di vocazione del Quercus ilex (Leccio). Insieme al Leccio abbiamo trovato altre piante arboree, come: Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus, Spartium junceum, Quercus pubescens s.l.

     Tra le piante erbacee, quelle osservate sono state: Smilax aspera (una Liliacea), Rubia peregrina, Lonicera etrusca, tre esempi di piante lianose ed inoltre Asparagus acutifolius, Euphorbia characias, Centranthus ruber, Rumex scutatus, e, tra le Pteridofite, Polypodium vulgare.

     Osservando questo paesaggio, abbiamo avuto modo di costatare le diverse associazioni che tendono a succedersi dinamicamente per raggiungere il climax, la comunità più stabile, che, in questo livello altitudinale, è data appunto dal Quercus ilex. In questo processo dinamico, dalle associazioni più semplici, come Muschi e Licheni, che crescono sugli spuntoni di roccia e sulle grosse pietre, si passa ad una comunità erbacea, poi ad una arbustiva ed infine, quando il suolo è sufficientemente profondo per le radici, ad una comunità arborea, raggiungendo la massima complessità e stabilità. Si tratta di una successione primaria. Sulla lava, inizialmente priva di organismi, una volta raffreddata, compaiono Batteri e Alghe azzurre, poi, lentamente e progressivamente Licheni e Muschi, successivamente, quando si creano condizioni più favorevoli, s’insediano comunità sempre più complesse, fino a raggiungere il climax.

     Un’altra sosta è stata effettuata a circa 900 metri di quota, presso una colata lavica del 1910, dove è presente una cava e il paesaggio è stato, in parte, modificato dall’uomo.

     Sulla superficie appianata della cava, abbiamo osservato Helichrysum italicum, una Composita che ha trovato un ambiente ottimale, grazie all’intervento antropico di rimozione e frantumazione della lava.

     Inoltre sui pendii e nei tratti spianati, da tempo non disturbati, si osservano grandi arbusti di Genista aetnensis  (Ginestra).

     In un piccolo Bosco vicino, abbiamo osservato, oltre a Muschi e Licheni, diverse specie, tra cui: Cyclamen hederifolium, Quercus pubescens s.l., Quercus ilex, Pistacia terebinthus, Rubus ulmifolius, Rosa canina, Asparagus acutifolius, Ceterach officinarum (Una Pteridofita), Castanea sativa (Castagno, fam.Fagacee), Ferula communis (una’Umbellifera), Rubia peregrina (una Rubiacea), Celtis australis (Ulmacea nota anche col nome di Bagolaro).

     La presenza del Leccio e di altre specie che abbiamo ritrovato assieme ad esso nel boschetto di Mascalucia, fa pensare che ci troviamo ancora nel piano del Quercion ilicis, anche se il Castagno, menzionato tra le specie osservate (Castanea sativa), è indice che siamo a quota maggiore. Inoltre tra gli indizi che permettono di fare una distinzione di vegetazione all’interno del piano Quercion ilicis c’è il Rhamnus alaternus, osservato solo nel boschetto di Mascalucia e non nella tappa successiva. Questo mostra come le specie, all’interno dello stesso piano altitudinale possono variare, secondo le condizioni climatiche che, come è noto, cambiano con l’altitudine. Specie più termofile preferiranno, dunque, livelli altitudinali inferiori, rispetto a specie che prediligono temperature più basse, pur nello stesso piano di vegetazione.