Se non si riuscirà a contenere il riscaldamento entro i due gradi centigradi, soglia obiettivo dell'accordo sul clima raggiunto alla Cop21 di Parigi, a partire dalla metà di questo secolo le comunità costiere delle aree più in espansione avranno poco tempo per adattarsi a un innalzamento dei mari mai registrato dall'Età del Bronzo. Anche le città costiere italiane finiranno sotto acqua. Venezia, Genova, Trieste, buona parte di Roma, Pescara, Ravenna, Bari, Palermo, Cagliari e moltissimi altri centri abitati verranno sommersi. L’Italia verrà insomma ridisegnata.
Entro il 2100 con un aumento della temperatura globale compreso tra i 4 e i 5 gradi, il livello dei mari sfiorerà (o supererà) il metro in diverse città del mondo: a New York negli Stati Uniti, ma anche a Lagos in Nigeria e Canton in Cina. Gli scienziati hanno analizzato gli effetti sugli oceani degli aumenti di temperatura previsti in due scenari sui cambiamenti climatici. In media, spiegano, se entro il 2100 il pianeta fosse più caldo di 5 gradi rispetto all'epoca preindustriale si avrebbe un aumento medio di 0,9 metri del livello dei mari. Tuttavia gli oceani non sono “masse” ferme e quindi ci sarebbero alcune aree con innalzamenti anche maggiori.
Negli scenari presi in considerazione l'aumento della temperatura globale di 2 gradi si raggiungerà tra il 2040 e il 2050: oltre il 90% delle aree costiere sarebbe così toccato da un innalzamento di 0,2 metri, fino a 0,4 sulle coste atlantiche del Nord America e della Norvegia. Con un incremento di 5 gradi entro il 2100 per l'80% delle coste ci sarebbe un innalzamento maggiore della media prevista di 0,9 metri, arrivando a sfiorare e in alcuni casi a superare i due metri. Insomma, sottolineano gli scienziati, un aumento di 2 gradi rimane una soglia-limite oltre la quale i rischi dei cambiamenti climatici diventano "inaccettabilmente alti".