Premio di 50
mila dollari alla migliore idea per
monitorare l'asteroide
Cosa fare con
Apophis? Mandate progetti
Nel 2036 se
avvenisse l'impatto sarebbe
catastrofico. Ma solo nel 2029 si saprà
se costituisce veramente una minaccia
seria
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Fra i tanti asteroidi che popolano lo spazio
interplanetario, Apophis rappresenta
per noi un autentico proiettile vagante.
Scoperto nel 2004, ha la forma di una patata
butterata, con un asse maggiore di circa 400
metri e un peso di 46 miliardi di chili.
Preoccupa il fatto che, girando attorno al
Sole con un periodo di 323 giorni,
attraversa l’orbita della Terra due volte
l’anno e quindi il rischio dello scontro,
per quanto improbabile, non è da escludersi.
Se accadesse, l’impatto catastrofico
solleverebbe polveri e gas fino alla
stratosfera, oscurando per mesi la luce del
Sole. Forse per questo gli astronomi gli
hanno imposto il nome poco rassicurante di
Apophis, la divinità delle tenebre
dell’antico Egitto, spesso raffigurata in
forma di serpente.
«Poiché le osservazioni da Terra, sia quelle ottiche sia quelle radar, non sono sufficienti a predire se Apophis entrerà nel buco gravitazionale entrando in risonanza, l’ideale sarebbe progettare al più presto una missione spaziale automatica che porti sull’asteroide una trasmittente in grado di fornire un monitoraggio preciso e continuo della sua orbita», propone alla Nasa l’ex astronauta «Apollo» Rusty Schweickart, ora diventato esperto in asteroidi. Ma una missione del genere non è né facile né economica. Di qui l’iniziativa di coinvolgere tutti gli esperti in una gara con premio finale, allo scopo di raccogliere la migliore idea per il monitoraggio a distanza di Apophis. «Alle volte le trovate più originali piuttosto che dalle sedi scientifiche istituzionali, arrivano da sconosciuti ma intelligenti appassionati che hanno il dono del colpo di genio», assicurano alla Planetary Society.
Franco Foresta Martin
20 dicembre 2006
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